Nel medioevo ed anche in tempi più moderni fino alla fine del 1700, le porte della città venivano chiuse un'ora dopo il tramonto del sole e riaperte all'alba. Durante la notte nessuno poteva entrare o uscire dalla città, e per evitare abusi, anche da parte degli stessi soldati di guardia, quelle porte si chiudevano con due chiavi, custodite durante la notte, una dal Podestà e l'altra dal Comandante militare. La chiusura delle porte avveniva anche di giorno se la città era assediata dal nemico, e quando la città si arrendeva, faceva atto di sottomissione consegnando dette chiavi al conquistatore. Quella chiusura avvenne anche a Padova di giorno, durante il famoso assedio del 1509, nel quale anno e per soli 42 giorni, la città venne strappata alla Repubblica Veneta e governata da un vicario dell'imperatore Massimiliano. Dopo i 42 giorni, per valore delle armi veneziane e padovane, la città ritornava in possesso della Serenissima, ed il Senato Veneto ordinò che ogni anno, per commemorare questo glorioso avvenimento, nella chiesa di Santa Marina in Venezia, venisse celebrata una solenne funzione religiosa alla quale, partecipavano il Doge e tutti i Senatori, e sull'altare venivano esposte le chiavi della città di Padova riconquistata, che per voto della Signoria erano state deposte in quella chiesa. In principio del 1800 la chiesa di Santa Marina venne demolita, e le chiavi di Padova furono trasportate ed appese ad una parete del Seminario Patriarcale di Venezia. Pochi anni fa vennero meglio ordinate le memorie storiche di quel Seminario, e quelle chiavi vennero levate dalla parete del chiostro e messe in una apposita vetrina nella biblioteca del Seminario stesso, dove esistono tutt'ora e dove i padovani recandosi a Venezia possono andare a vederle. Tale notizia viene riportata da una pubblicazione riguardante la demolita Porta di Codalunga, e compilata dall'egregio nostro prof. Giuseppe Solitro.
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